La memoria del Bene. Canti dal Giardino dei Giusti
«Sistema Musica», gennaio 2010
Nel progetto La memoria del Bene ci sono tre luoghi: il giardino, con i suoi alberi, la memoria, con le sue trame, e il teatro, ovvero il “teatro-poetico-sinfonico”, una forma di narrazione strutturata sulla parola recitata, intonata e cantata. A tali fili narrativi si aggiunge la forza comunicativa del suono (evocando anche la musica ebraica klezmer) e dell’immagine…
Nel Giardino dei Giusti, a Gerusalemme, ogni albero ricorda una persona che durante la Shoah salvò gli ebrei dalla persecuzione nazista. Dunque sono gli alberi a parlare, a raccontare di quando erano uomini e donne: Oskar Schindler, Irena Sendler, Giorgio Perlasca, Carlo Angela, fra i più noti, e altri ancora… Persone che si sono imbattute nell’Olocausto e che spinti da sentimenti diversi allontanarono da sé l’indifferenza e la paura che all’epoca prevalse fra la gente d’Europa. Forse facendo appello alla propria coscienza, forse in maniera istintiva, hanno messo a rischio le proprie esistenze per salvare chi in quel momento aveva perso ogni speranza. Qualcuno riuscì a sottrarre alle camere a gas oltre un migliaio di individui, altri qualche centinaia, altri pochi esseri umani se non una solo. Ma il Giardino dei Giusti non fa distinzioni: “chi salva una vita, salva il mondo intero”.