Un lungo “J’accuse” di processi e note
Tiziana Longo, «TorinoSette. La Stampa», 22/05/2015
Stati Uniti, anni Cinquanta. La Commissione MacCarthy prende di mira il giovane Bernstein, accusandolo di comunismo. Sudafrica, anni Ottanta. La Truth and Reconciliation Commission organizza tribunali di pacificazione tra vittime e carnefici dell’Apartheid: Roger Lucey, rocker di colore malvisto dagli apparati governativi per le sue canzoni di protesta, interroga Paul Erasmus, ex agente dei Reparti Speciali, suo persecutore. Libano, anni Novanta, Marcel Khalife, cantautore amatissimo nel mondo folk arabo, è processato per aver citato in un suo brano alcuni versi del Corano. Russia, 2012. L’oltraggioso collettivo femminista Pussy Riot viene processato per aver cantato una preghiera punk contro Putin il dittatore. Si muove su questo filo il “J’accuse! Da Bernsterin alle Pussy Riot” di Monica Luccisano, drammaturga ben nota al pubblico torinese, in prima assoluta dal 27 al 29 maggio alle ore 21 al Baretti. Interpreti Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi, Sax Nicosia, mentre la scelta delle musiche è a cura di Diego Mingolla. Biglietto 12 euro, ridotto 10. Info www.cineteatrobaretti.it.
“J’accuse”, musicisti di fronte al potere
Luigi Moretti, «CronacaQui. Torino», 27/05/2015
È di Monica Luccisano il testo e la regia di “J’accuse! Da Bernstein alle Pussy Riot”, lo spettacolo che debutta in prima assoluta questa sera (in replica domani e venerdì) al Teatro Baretti di Torino. Con Olivia Manescalchi, Giancarlo Judica Cordiglia, Sax Nicosia va in scena la musica e la sua essenza fondamentale: la libertà di espressione. Leonard Bernstein, Roger Lucey, Marcel Khalife e Pussy Riot sono i protagonisti della pièce. Personaggi diversi che appartengono a mondi musicali diversi, epoche diverse, paesi diversi. Un ideale filo rosso li accomuna, dagli Stati Uniti degli anni Cinquanta, al Sudafrica degli anni Ottanta, dal Libano degli anni Novanta alla Russia dei giorni nostri: tribunali e atti d’accusa. Come spiega la regista, sono “musicisti di fronte al potere, costretti a difendere, ciascuno a proprio modo, la libertà d’espressione”.
Il feroce “J’accuse” di un quartetto ribelle al potere
Maura Sesia, «La Repubblica», 27/05/2015
Una musicologa appassionata di prosa e solita a miscelare i generi è l’autrice della pièce che conclude la stagione al Teatro Baretti, “J’accuse! Da Bernstein alle Pussy Riot”, redatta e diretta da Monica Luccisano. La produzione è della stessa Associazione Baretti, che ne affida l’interpretazione a Olivia Manescalchi, Giancarlo Judica Cordiglia, Sax Nicosia; del sound design si è occupato Diego Mingolla, delle luci Alberto Giolitti. Si evoca un quartetto di musicisti ribelli alle ottusità del potere, di nazioni diverse, accomunati dal concepire la musica come espressione di libertà: Leonard Bernstein, il rocker sudafricano Roger Lucey, il cantautore libanese Marcel Khalife, le Pussy Riot, condannate a due anni di carcere in Siberia per aver intonato una preghiera punk contro Putin.
Al Teatro Baretti “J’accuse” da oggi a venerdì alle 21 in prima assoluta nella sala del teatro Baretti di Torino.
“J’accuse!” la ribellione nella storia
Noemi Penna, «La Stampa», 28/05/2015
Carcerate per aver tentato di esibirsi con il volto coperto da passamontagna fluo in un’invettiva contro Vladimir Putin. L’accusa è quella di atti di teppismo motivato da odio religioso o da ostilità: sono le Pussy Riot, il collettivo punk femminista russo noto per la linea dichiaratamente antigovernativa seppur pacifista, protagoniste della nuova produzione dell’Associazione Baretti «J’accuse!», in scena in prima assoluta questa sera e domani (28 e 29 maggio) al teatro Baretti di Torino, alle 21 in via Baretti 4.
Ideazione, testo e regia sono di Monica Luccisano, in scena ci saranno Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi e Sax Nicosia per dar vita in «J’accuse!» a quattro diversi periodi storici e di ribellione, resi ancor più spettacolari degli interventi del sound designer Diego Mingolla.
Anni Cinquanta, Stati Uniti: la temibile Commissione McCarthy, che operò per la repressione delle attività considerate antiamericane, prende di mira il giovane Leonard Bernstein, accusandolo di comunismo, rischiando così di stroncargli la carriera. Anni Ottanta, Sudafrica: Roger Lucey, rocker di colore malvisto dagli apparati governativi per le sue canzoni di protesta, interroga Paul Erasmus, ex agente dei Reparti Speciali, suo persecutore. Anni Novanta, Libano: il cantautore Marcel Khalife, amatissimo nel mondo folk arabo, è processato per aver citato in un suo brano alcuni versi del Corano. 2012, Russia: l’oltraggioso collettivo femminile Pussy Riot viene processato per aver cantato una preghiera punk contro Putin. Uno spettacolo che vuole essere un inno alla difesa fondamentale della libertà di espressione sotto qualsiasi latitudine e con qualsiasi linguaggi musicale. Biglietti a 12 euro, su prenotazione allo 011/65.51.87.